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AI Act: via libera dal Parlamento Europeo

Strasburgo, mercoledì 14 giugno 2023. Con 499 voti a favore, 28 contrari (chissà perché?!) e 93 astensioni, il Parlamento Europeo approva l’AI Act, prima (e, al momento, unica) legge sull’Intelligenza Artificiale al mondo. Adesso, al via i negoziati – i cosiddetti “triloghi” – con i governi UE per varare il testo definitivo che – auspicabilmente – entrerà in vigore entro il 2024 (prima delle prossime elezioni europee) e sarà applicabile (effettivamente) solo 24 mesi dopo. Dunque, gli adepti del settore dell’intelligenza artificiale – che viaggia a velocità supersonica, con continui mutamenti, innovazioni e nuove implicazioni di varia natura – potranno godere – così come è stato per il GDPR – di un grace period di ben 2 anni per adeguarsi ai dettami di una legge che avrà già quasi 3 anni di vita … Il tentativo, così come lo spirito, del legislatore europeo, sono certamente pregevoli e condivisibili; probabilmente, però, le procedure “tradizionali” poco e male si attagliano ai ritmi, alle velocità e, quindi, alle necessità dell’ecosistema dell’AI che richiede, ora più che mai, certezza del diritto al fine della massimizzazione degli sforzi profusi e degli investimenti. Creare uno standard – intanto europeo ma che, probabilmente, fungerà da base per altri ordinamenti – per lo sviluppo e la governance dell’AI, imponendo misure volte ad assicurare che si evolva e venga utilizzata nel rispetto dei valori della democrazia, dei diritti fondamentali e dello stato di diritto.
Pare sia già partita la “corsa alla compliance” da parte degli operatori del settore che riecheggia, in qualche modo, quella recentemente scatenata dal GDPR che ha visto fioccare esperti, consulenti, tools di compliance, al fine di evitare (rectius: tentare di evitare) le famigerate, enormi (e potenziali) sanzioni che – ai sensi dell’AI Act, potranno arrivare fino al 7% del fatturato del soggetto che commette la violazione.

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