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La Sostenibilità e le PMI: vantaggi

Recentemente parlo spesso di bilancio di sostenibilità e/o ESG con tanti imprenditori anche di PMI.

Per quanto mi riguarda il bilancio di sostenibilità è un campo ove la mia specializzazione (diritto del lavoro) fa la parte del leone.

Senonché molti degli imprenditori di PMI con cui mi sono confrontata, mi hanno riferito di vivere l’obbligo di adottare un bilancio di sostenibilità, più come una scocciatura! Prevalentemente viene ritenuto solo un costo che si aggiunge ad una lunga lista di altri costi.

È comprensibile questo pregiudizio, perché i costi che i datori di lavoro col tempo hanno dovuto affrontare e devono quotidianamente sostenere sono cresciuti esponenzialmente e perché è innegabile, che gli imprenditori in questo momento si sentano “tirare la giacchetta” da soggetti che offrono loro qualunque servizio legandolo all’ESG, benché pochi sappiano veramente cosa fare e soprattutto come aiutarli.

Insomma, le PMI, relativamente alla questione bilancio di sostenibilità, si sentono un po’ delle “vacche grasse” da mungere e giustamente questo non piace loro.

In questo articolo vorrei, quindi, far emergere dei veri vantaggi che l’adozione di un bilancio di sostenibilità comporta per tutte le PMI.

È un dato di fatto che le organizzazioni di maggiori dimensioni abbiano dei criteri di sostenibilità che superano i confini dei loro cicli produttivi, abbracciando l’intera catena del valore nella quale devono essere ricompresi anche i fornitori, i finanziatori e i clienti.

Per fare un esempio, immaginiamo una grande casa automobilistica. Sicuramente quest’ultima avrà la necessità di rivolgersi a un numero “X” di PMI per le produzioni delle parti meccaniche e di quelle tecnologiche delle autovetture. Poiché la casa automobilistica deve poter ricevere dei finanziamenti, essere appetibile per i clienti e rispettare i propri target di sostenibilità, tenderà a preferire fornitori che a loro volta siano sostenibili.

In sostanza, i maggiori player spingono verso un innalzamento degli standard di sostenibilità sia al loro interno sia verso tutte le realtà appartenenti alla supply chain. Le ragioni sono molteplici. Una delle principali è che essendo i loro target di sostenibilità così difficili da raggiungere (ad esempio la riduzione di CO2) inglobano nella lora catena di produttività partner virtuosi che possano aiutarli a raggiungere i loro obbiettivi.

Diventando partner virtuosi, le PMI ricevono benefici e vantaggi.

In primis, le PMI diventando più efficienti (in particolare, in termini di riduzione dei consumi energetici e di emissioni di CO2) risparmiano del denaro.

L’esperienza dimostra1 : “that even low and no-cost actions can usually reduce energy costs by at least 10% and produce quick returns. For many businesses a 20% cut in energy costs represents the same bottom line benefit as a 5% increase in sales” (che anche azioni a basso costo e senza costi possono solitamente ridurre i costi energetici di almeno il 10% e produrre rendimenti rapidi. Per molte aziende una riduzione del 20% dei costi energetici rappresenta lo stesso vantaggio di fondo di un aumento del 5% delle vendite).

In sostanza la riduzione dei costi energetici crea un aumento nelle vendite. Inoltre, aumentano la loro attrattività nei confronti di “talenti” e contestualmente anche la loro capacità di fidelizzare i propri dipendenti, evitando di perdere persone le cui competenze diventano sempre più importanti e introvabili sul mercato del lavoro. Solo a titolo esemplificativo riporto un articolo molto recente intitolato “Brand, retribuzione e tematiche ESG: i nuovi contenuti dell’offerta professionale negli studi legali che mirano alla retention dei professionisti e dei giovani talenti” 2 .

A questo punto, la domanda che spero molti di voi si siano posti è: “come fare a diventare sostenibile e ottenere questi vantaggi?

Di tutte le azioni sostenibili, le più urgenti con un alto ritorno nel breve periodo e/o impatto positivo sulle performance finanziarie sono “employee wellbeing and development” e l’”energy saving”.

Il primo step che le PMI devono quindi affrontare, affiancate da specialisti di settore, è un audit energylabour.

 

Il presente articolo ha il solo scopo di fornire aggiornamenti e informazioni di carattere generale. Non costituisce pertanto un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una consulenza legale specifica.
Per chiarimenti o informazioni potete contattare l’autrice oppure il Vostro Professionista di riferimento all’interno dello Studio.

Giulia Leardi, Partner
E: g.leardi@nmlex.it
T.: +39 02 6575181

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